«Quando si prende in mano una rivista bisogna annusarla, toccarla e ricordarsi che è fatta di acqua. Dopo tanti decenni comincia una grande storia». Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha esordito durante la presentazione della rivista della Biennale di Venezia, rinata a 53 anni dalla sua ultima pubblicazione.
Bisogna ricordarsi, ha proseguito Giuli, “che c’è dell’acqua dietro a questa rivista, altrimenti non ci sarebbe. Il corpo umano e tutto ciò che è creatività nasce nel liquido amniotico, si nutre di acqua ed è un contenitore di acqua che tende a disidratarsi. La Biennale – ha proseguito – è dimostrazione di come ci si può reidratare dal punto di vista della cultura, attraverso attività artistica di cultura, architettura, musica, moda, attraverso la riscoperta di un archivio fatto di acqua trasformata in carta». Metafore ardite che proiettano il nuovo ministro della Cultura in un universo satirico degno di nota. Per Giuli, «Venezia è la personificazione tra civiltà e acqua. L’acqua è l’anima che contiene il corpo di Venezia, e non c’è sede migliore per un atto d’amore e una scommessa – ha aggiunto riferendosi alla rivista -, se non qui in questo centro di irradiazione meraviglioso di cultura, civiltà e amore. Un ministro della Cultura arriva qui e trova in Venezia un’unica realtà talmente alta, elevata oltre le sterili sciocche polemiche del giorno dopo giorno», ha concluso. Chissà che cosa ci riserverà il ministro al suo prossimo incontro pubblico.