Non solo Sicilia, Calabria e Basilicata: la crisi idrica attanaglia anche il Molise, Regione tra le più ricche di acqua. Una crisi cche sembra essere destinata a protrarsi ancora per lungo tempo. Scarse piogge, neve quasi inesistente sulle montagne e forte dispersione idrica, circa il 54 per cento (fonte: Istat), stanno mettendo in ginocchio vasti territori con provvedimenti di chiusura dei serbatoi adottati da decine di Comuni per consentire il rifornimento durante le ore notturne. L’Azienda speciale regionale “Molise Acque” assicura il rifornimento ai serbatoi di 170 Comuni molisani, pugliesi e campani. Il bacino di utenza è di circa 500 mila abitanti e il servizio idrico viene garantito attraverso un sistema di circa 2.000 km di condotte, 250 serbatoi e 35 centrali di sollevamento. Ma la situazione è ormai quasi al limite.
Ne è prova il livello dell’acqua nell’invaso artificiale del Liscione nel territorio di Guardialfiera (Campobasso), il più grande bacino idrico artificiale della Regione. Dalla rilevazione effettuata oggi, l’invaso misura quasi 114 metri (113,70) sul livello del mare, mentre il livello massimo è 125 metri (fonte Molise Acque). Decisamente peggio la condizione del Lago di Occhito che segna il confine tra Molise e Puglia. Dalla rilevazione del Consorzio per la bonifica della Capitanata di Foggia, la disponibilità idrica di oggi è di poco superiore ai 27 milioni di metri cubi. Quella registrata nello stesso giorno del 2023 era 115,6. La capacità totale dell’invaso è di 333 milioni di metri cubi.
Certamente sulla crisi pesano le condizioni atmosferiche ma conta soprattutto la cattiva gestione della risorsa, tra perdite e impianti vetusti con una gestione ancora poco industriale e moderna.