È allarme acque minerali in Francia. Un allarme che potrebbe coinvolgere anche le nostre fonti. Dopo la distruzione “a scopo precauzionale”, di due milioni di bottiglie di acqua Perrier (leggi qui) lo scorso maggio, Nestlè Waters è ritornata al centro dell’attenzione mediatica in seguito alla pubblicazione di un’inchiesta condotta da Mediapart, e ripresa da Il Fatto Alimentare.
Il giornale francese ha infatti portato alla luce documenti che dimostrerebbero la vendita di acqua minerale trattata illegalmente già 15 anni fa, nonché l’acquisto da parte di Nestlé Waters di apparecchiature UV già nel 2005 e l’utilizzo di filtri non autorizzati dal 2010. «Le dimensioni della frode sono enormi: si parla di 3 miliardi di euro», scrive Il Fatto Alimentare.
«All’origine c’è un problema di inquinamento generalizzato delle nostre fonti e falde in Francia, che tocca anche le sorgenti di acqua minerale», spiega Esther Crauser-Delbourg, economista delle risorse idriche. «L’acqua minerale è stata trattata intenzionalmente perché era contaminata, da una parte proteggendoci da eventuali rischi, ma eliminando di fatto la qualifica di acqua “minerale naturale” nonostante fosse venduta in bottiglia come tale, a caro prezzo». l’inquinamento delle fonti d’acqua (minerali o destinate all’uso potabile) non è solo un problema francese: è ormai globale!
L’inquinamento è diffuso in tutto il mondo: l’80 per cento delle acque industriali e agricole viene scaricato nell’ambiente senza trattamento. E in Italia come se la cavano le acque minerali?
Secondo la legge (Decreto ministeriale del 29 dicembre 2003), l’acqua minerale non può contenere contaminanti chimici e microbiologici. «Tuttavia la normativa permette il trattamento con ozono che può a sua volta generare sottoprodotti potenzialmente pericolosi per la salute», ammette Pasquale Merlino, chimico, esperto di sistemi di trattamento! Sulla qualità delle acque in commercio non circolano molte informazioni e le poche ricerche rimangono accessibili a pochi esperti. Come mai? «È una vecchia storia: l’informazione è fortemente condizionata dai massicci investimenti pubblicitari destinati a molti mezzi di comunicazione», dice Merlino. Come dire che i soldi spengono la sete di conoscenza…