Un allarme sottovalutato. Recentemente, un’anziana che era ospite in una casa di riposo di Bellaria, nel Riminese, è morta per le complicazioni causate dalla legionella. L’avrebbe contratta all’interno della struttura dove sono scattate le operazioni di disinfezione. Purtroppo non è un caso isolato. Sono noti i numerosi casi di legionella nel milanese. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, rileva che, nell’Unione europea, la Legionella causa il più elevato carico sanitario di tutti gli agenti patogeni trasmessi dall’acqua. Questo microorganismo (Legionella pneumophila) è un bacillo gram-negativo in grado di sopravvivere nell’acqua, nel fango e nei terreni umidi, e si trasmette anche per via aerea (impianti di aerazione compresi).
Il bacillo è responsabile della legionellosi, che si può presentare in due malattie distinte: Malattia dei Legionari e Febbre di Pontiac. Si trasmette tramite impianti di acqua calda tramite inalazione, ad esempio durante la doccia. È quindi chiaramente collegata agli impianti di distribuzione domestici. Il problema è noto da tempo e la direttiva europea 2020/2184 sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano se ne occupa diffusamente. Invita dunque tutti i locali privati e pubblici di valutare il rischio. Una particolare attenzione deve essere prestata a ospedali, istituti sanitari, case di riposo, strutture per l’infanzia, scuole, istituti scolastici, edifici con strutture ricettive, ristoranti, bar, centri sportivi e commerciali, strutture per il tempo libero, ricreative ed espositive, istituti penitenziari e campeggi, e una valutazione dei rischi derivanti dai sistemi di distribuzione domestici e dai relativi prodotti e materiali.
Ma attenzione, sulla base della valutazione del rischio, gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure necessarie per garantire, tra l’altro, che siano in atto misure di controllo e gestione appropriate, ad esempio in caso di epidemie, in linea con le linee guida dell’Oms.